Che cos’è la Diffusione Facilitata
Quando ci ritroviamo davanti al termine diffusione facilitata, dobbiamo immaginarci d’essere di fronte a quella macro categoria di fenomeni che vengono descritti come trasporti cellulari.
Nella esattezza ci ritroviamo dinanzi a quella tipologia di processi chiamati trasporti attivi e passivi, e sempre nel più specifico ci ritroviamo all’interno dei trasporti passivi.
Indice
- Cos’è la Diffusione Facilitata
- Diffusione Facilitata mediata da proteine trasportatrici
- Diffusione facilitata con canali ionici
Cos’è la Diffusione Facilitata
Con il termine diffusione facilitata andiamo a descrivere quel fenomeno dove avviene un trasporto cellulare di molecole polari non permeabili alla membrana.
Infatti, se la molecola che necessita d’oltrepassare la doppia membrana fosfolipidica è permeabile a tale, avverrà uno spostamento spontaneo chiamato diffusione semplice.
Nello specifico, questa tipologia di trasporto cellulare, comprende tutte quelle molecole polari di dimensioni normali o complesse, e quelle molecole con forti cariche elettriche come gli ioni.
Infatti è possibile dividere il fenomeno della diffusione facilitata in due tipologie di diffusione:
- La diffusione facilitata mediata da proteine trasportatori.
- La diffusione facilitata mediata da proteine canali o canali ionici.
è importante ricordare che ognuno di questi due fenomeni è un trasporto esoergonico, spontaneo senza l’utilizzo di energia, sotto forma di atp.
Quindi come nella diffusione semplice, il tutto funziona secondo gradiente di concentrazione.
Diffusione Facilitata mediata da proteine trasportatrici
In questa tipologia di diffusione facilitata dobbiamo immaginarci la presenza di determinate proteine sulla e dentro la membrana cellulare.
Tali proteine saranno presenti per tutta la sezione della membrana, oltrepassandola completamente.
Da un punto di vista didattico, queste proteine vengono definite come proteine integrali o intrinseche.
Quando, all’interno o all’esterno della membrana, si viene a creare un gradiente di concentrazione, le molecole apolari iniziano a muoversi fino alla parete della membrana, cercando di oltrepassarla.
Arrivati alla membrana, incontrano le proteine trasportatrici, che iniziano a interagire con le molecole da trasportare.
Questa interazione si esplica come un cambiamento di conformazione della proteine integrale, che lega la molecola da trasportare e la porta al di là della membrana.
é importante comprendere che questi legami fra proteina e molecola possono essere molto specifici.
Infatti, quando una molecola si lega a una proteina attuando un cambiamento di conformazione, si va a dare il nome di ligando a tale molecola; In quanto ha il ruolo di attivatore del trasporto.
Diffusione Facilitata con canali ionici
In cosa differisce invece questa seconda tipologia di trasporto cellulare confronto alla prima? La risposta è abbastanza semplice: la modalità di trasporto e le molecole che lo utilizzano.
Nel fenomeno della diffusione facilitata da canali ionici o proteine canale, è presente una forte distinzione nella tipologia di proteina presente sulla membrana.
Se nel primo caso avevamo una proteina intrinseca, che svolgeva il ruolo di trasportatore, adesso siamo di fronte a un poro idrofilo.
Nello specifico, il poro idrofilo è un complesso proteico formato da più sub unità proteiche che attraversano la membrana.
Nel momento in cui il poro idrofilo viene attivato, avviene un cambiamento di conformazione che lo fa letteralmente aprire, diventando cosi un canale aperto all’interno della membrana cellulare.
Da questo canale, spesso definito canale ionico, possono passare le diverse molecole che lo hanno attivato.
Il nome canale ionico è un termine correttamente azzeccato, in quanto la maggior parte di molecole o atomi che sfruttano questa tipologia di canale, sono ioni.
Una differenza non da poco, confronto alla tipologia di diffusione facilitata vista in precedenza, è che il canale ionico può essere attivato da condizioni differenti del legame ligando proteina.
Infatti, il canale ionico può attivarsi per differenza di voltaggio, potenziale di membrana e gradiente di concentrazione.
La spiegazione è abbastanza intuitiva, visto che gli ioni sono molecole che possiedono una sorta di carica positiva o negativa: è facile intuire che un dislivello fra le cariche date dagli ioni da un lato all’altro della membrana, possa andare a creare una differenza di potenziale, che si ripercuoterà sull’apertura di tali canali.