Cosa hanno in comune l’osmosi e la diffusione semplice
Se siamo di fronte a questa domanda, sicuramente stiamo trattando quella famiglia d’argomenti biologici che compongono i famosi trasporti di membrana.
I trasporti di membrana sono quell’insieme di processi o fenomeni dove si viene a verificare uno spostamento di un soluto attraverso una membrana cellulare.
Nell’esattezza ci troviamo di fronte a un flusso di molecole definite come soluto, attraverso la doppia membrana fosfolipidica cellulare.
I trasporti di membrana possono essere racchiusi in due grandi gruppi, i trasporti attivi e passivi.
Le differenze fra questi due gruppi, sono prevalentemente da un lato energetico, ovvero da come e quanta energia serve alle nostre molecole per oltrepassare la membrana.
Nel caso del trasporto attivo avviene un utilizzo o sfruttamento d’energia grazie all’idrolisi di atp, e quindi il flusso si muove contro gradiente di concentrazione.
Mentre nel caso del trasporto passivo, non avviene un utilizzo d’energia, e il flusso va secondo gradiente di concentrazione.
Per comprendere il gradiente di concentrazione basta immaginare due zone, chiamate zona A e B, divise in centro da una membrana cellulare.
Nella zona A ci sarà una quantità di soluto differente da una zona B; tale differenza creerà un gradiente di concentrazione che si esprimerà in un flusso di molecole che tendono all’equilibrio.
Nel momento in cui sarà presente un equilibrio fra le due zone, il flusso o movimento sarà pari a zero.
La regola importante è che: per attraversare la membrana cellulare il soluto deve essere permeabile alla membrana.
Se il soluto non è permeabile alla membrana, avverrà un fenomeno particolare, chiamato osmosi, che andrà a bilanciare i due soluti grazie alla quantità di acqua.
Che cosa hanno in comune l’osmosi e la diffusione semplice
Eccoci arrivati al nodo cordiale dell’articolo e della domanda in sé: cosa hanno in comune? Perché sono spesso accomunati?
Come prima cosa l’osmosi e la diffusione semplice sono entrambi trasporti passivi.
Essendo della stessa famiglia nessuno dei due richiede energia per attuare il movimento, entrambi si muovono secondo gradiente di concentrazione.
è possibile definirli come simili o complementari, in base a delle caratteristiche che accomunano questi due processi.
Sono simili perché è possibile definire l’osmosi come la diffusione semplice dell’acqua.
Una sorta di “particolare caso di diffusione semplice”, dove invece che un soluto, ritroviamo l’acqua che compie un movimento tendente all’equilibrio.
Sono invece complementari perché quando un soluto non è permeabile alla membrana e quindi non può muoversi, sarà l’acqua per osmosi che tenderà a farlo.
Infatti, se presentiamo un esempio con due zone chiamate zona uno e zona due, dove la zona uno è ricca di un metabolita troppo grande per oltrepassare la membrana ma tossico in quelle concentrazioni per la cellula, che cosa accadrà?
Che l’acqua, andrà a muoversi dalla zona con minore concentrazione di metabolita a quella con la maggiore concentrazione, fino a quando le concentrazioni non saranno identiche.
Nel concreto, ritroveremo una zona con più acqua per diluire meglio le molecole, e una zona con meno acqua per concentrarle al meglio.
Quindi l’importante è che la concentrazione fra acqua e soluto sia uguale, non la quantità di acqua stessa.
La quantità di acqua sarà uguale solamente se i soluti saranno uguali.
Questo fenomeno, viene analizzato e regolato anche secondo i modelli delle soluzioni isotoniche, ipotoniche e ipertoniche.